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Ascoltare/Scrivere

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Ascoltare/Scrivere
Vincenzo Martorella
288 pagine
ISBN: #978-88-942910-0-1
Ottotipi Edizioni
2018

Nel mondo della musica girano tante storie e tanti aneddoti che ci fanno riflettere sulle differenze abissali che hanno caratterizzato le modalità dell'apprendistato dei musicisti che si sono succeduti negli ultimi 60/70 anni. Siamo saltati dalle generazioni degli antichi (li definisco tali con ironia, consapevole di una ben precisa vicinanza anagrafica) che avevano a disposizione per imparare solo i concerti (rari) e i dischi (meno rari, ma comunque in numero decisamente inferiore a quello disponibile negli ultimi decenni) a quelle dei moderni, musicisti che hanno a disposizione (speriamo assieme a concerti e dischi) anche tantissimi libri tecnici, tantissime scuole e ancora più contributi online. Con una battuta potremmo dire che esistono le generazioni di musicisti pre-Berklee e le generazioni post-Berklee. Per non parlare di quelle pre e post-YouTube.

Adesso con la pubblicazione di questo indispensabile libro di Vincenzo Martorella, intitolato in maniera molto diretta "Ascoltare/Scrivere" (pubblicato dall'editore romano Ottotipi), anche la comunità dei critici ha una sua sorta di spartiacque: da una parte stanno i "dinosauri" (come il sottoscritto) che si sono un po' inventati un modus operandi, basato soprattutto sulla passione per la musica giovane ed impetuosa, sulla fame incessante di notizie e di storie, sulla voglia di ascoltare con le orecchie ben aperte; dall'altra parte ci sono (o per meglio dire ci saranno) i tanti giovani critici "millenials" (speriamo siano tantissimi) che potranno iniziare a scrivere dopo aver letto e si spera ben assimilato le informazioni preziose che Martorella ha messo così ben in ordine nel suo libro.

Per capire bene il tipo di salto generazionale basterà leggere con attenzione la prefazione di Ernesto Assante, ben noto critico musicale italiano, che racconta il bric-a-brac creativo che lo ha portato a inventarsi i primi giornalini auto-costruiti con le forbici e la colla vinilica (ben prima del mitico Giovanni Muciaccia) per passare attraverso l'avventura nelle radio private romane (ben prima dell'avvento der Pupone Totti), arrivando alla ben meritata fama derivata dalla carriera giornalistica come responsabile musicale del quotidiano "La Repubblica."

Il libro di Vincenzo Martorella è strutturato con grande cura e propone una trattazione molto pratica e accurata, ma allo stesso tempo piena di dotte citazioni e argomentazioni, proposte in maniera sempre arguta e accattivante. La sezione "Teoria" si struttura in tre parti. Si comincia con "Introduzione a Temi e Problemi" dove vengono presentate le innumerevoli tematiche e problematiche associate al 'mestiere' di critico musicale. Con grande semplicità, le risposte vengono suddivise nelle due parti successive "Ascoltare" e "Scrivere" che danno anche il titolo al libro. Si prosegue con la sezione "Pratica" che con chiarezza ci porta dentro al lavoro quotidiano del critico musicale strutturandosi in due parti: "Recensire" e "Intervistare." Siamo appena alla metà del libro e le restanti 140 pagine sono racchiuse nella sezione "Antologia" dove vengono raccolte numerosissime recensioni portate a mo' di esempio, ma nello stesso tempo ben godibili e degne di ulteriori personali approfondimenti. Lo possiamo fare, per esempio, andando a riascoltare vecchi album o vecchi brani qui citati e recensiti, tenendo conto di parametri e ragionamenti che magari non avevamo colto/fatto quando avevamo ascoltato quelle stesse cose in occasioni precedenti. Non manca una "Bibliografia" finale piena di suggestioni e suggerimenti.

Cercare di sintetizzare ulteriormente le eleganti e concrete argomentazioni di Vincenzo Martorella mi pare esercizio sterile: molto meglio leggere attentamente il libro. Ne vale davvero la pena anche per chi non ha alcuna intenzione di diventare un critico professionista ma molto semplicemente vuole iniziare ad ascoltare potendo avere a disposizione strumenti più affilati per comprendere le sfumature di quello che entra dalle nostre orecchie, per poi giungere (si spera) al nostro cervello.

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