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Antonio Sanchez: Three Times Three & The Meridian Suite

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Three Times Three Antonio Sanchez
Three Times Three #
CamJazz
2015

Tra vari modi di intendere un trio jazz, Antonio Sanchez ne ha scelti tre. Per il suo eccellente doppio album Three Time Three, il batterista messicano ha radunato attorno a sè sei importanti musicisti; con loro ha dato vita a tre trii: nel primo suona con Brad Mehldau e Matt Brewer; nel secondo -grazie alla chitarra di John Scofield e al poderoso contrabbasso di Christian McBride -le atmosfere si elettrizzano, si caricano di intriganti groove funky e di pungenti ambientazioni jazz/rock ("Rooney and Vinsky"); nel terzo, infine, si dà corpo a multiformi sfumature liriche, inesauribili creazioni melodiche, a flussi di controllata energia, umane dissertazioni sonore: il tutto in perfetto equilibrio tra il respiro delle pause e la pertinente verbosità del sassofono di Joe Lovano, le pungenti elaborazioni ritmiche e le solide quanto agili parti contrabbassistiche di John Patitucci.

Nove tracce in tutto, tra cui tre standards, tre per ogni trio. Le rimanenti sei composizioni originali sono firmate da Sanchez.
In questo bel progetto, il batterista dimostra doti di fine melodista e bravo arrangiatore. Le qualità di leader -a capo di una squadra di fuoriclasse -Sanchez le dimostra incanalando la musica verso sonorità che ben si adattano al sentire dei suoi collaboratori. Si percepisce una chiara sintonia d'intenti. Il talento del batterista si modella, senza spersonalizzasi, sulle stesse frequenze espressive degli altri: come un buon padrone di casa, mette a proprio agio i suoi ospiti assecondando le loro inclinazioni estetiche.

Nel trio con Mehldau brilla la commovente ballad "Big Dream," un'appassionata e sentita esecuzione, in cui, grazie alla spiccata propensione al mimetismo estetico di Sanchez, si raggiunge un elevato grado di intensità espressiva. Di umore introspettivo, il brano condensa brillantemente liricità e interplay, elementi che, declinati in modo diverso, sono presenti anche negli altri due brani di questo trio. In generale, il solismo di Meheldau, che qui come altrove si nutre ed arricchisce di stimoli e spunti che giungono dagli altri musicisti, si realizza pienamente in questo trio.
"Nooks and Crannies" è un pungente funk. Sembra scritto apposta per le corde della chitarra di Scofield, che insaporisce l'esecuzione con le sue efficacissime linee melodiche dal sapore acidulo e dal carattere sanguigno. "Fall" -standard shorteriano -è il brano dell'attesa, in cui si conciliano le oblique melodie di Wayne Shorter con le ostinate spinte ritmiche implicite nella pulsazione di batteria e contrabbasso.
Nell'intrigante trio con Lovano -pur nel rispetto dei vincoli formali -si celebra la libertà. Lovano ama giocare negli spazi ritmici di Sanchez e Patitucci, incede dal grave all'acuto con coerenza e senso della contabilità: il riferimento principale è comunque la melodia, che da qualsiasi punto scaturisca, giunge costantemente a realizzarsi in modo pregiato e con stile magistrale. Che siano le atmosfere rarefatte di "Firenze," il veloce "Leviathan," o la perfetta "I Mean You" di Monk, le motivazioni estetiche summenzionate non cambiano, anzi, si consolidano: cambiano semplicemente di umore.

Three Time Three si spinge fino alle estreme possibilità del mainstream; è un progetto riuscitissimo, carico di sostanza. È un piacere ascoltarlo. Si tratta di un disco elegante che s'impone per la forza evocativa della musica contenuta. È un progetto che merita di essere scansionato nei minimi particolari dall'inizio alla conclusione: si apprezzerebbero il peso e di ogni singola nota e l'importanza di tutti gli accenti, suonati con lucidità, maestria e soprattutto senza retorica.

The Meridian Suite Artist #1
The Meridian Suite
CamJazz
2015

Apre e chiude The Meridian Suite la medesima cellula ritmica su tempo dispari. Nella prima traccia ("Grids and Pattern") l'idea viene esposta subito e resa in modo decisamente energico, nell'ultima ("Pat Ways of the Mind") giunge alla fine di un lungo percorso, e si fa evidente in coda, quando la musica ormai si stabilizza sulla metrica in cinque (dopo essere stata di altra natura: ternaria prima e binaria poi). Questi due brani rappresentano la summa del pensiero musicale contenuto nel disco di Antonio Sanchez, che è essenzialmente ritmocentrico, batteristico, e, nello sviluppo di temi e umori, decisamente rapsodico.

Tra l'inizio e la fine del CD, si collocano le rimanenti tre tracce, le quali ribadiscono e sviluppano insieme i colori che danno carattere all'intero progetto. Si alternano stili e modelli; come fotogrammi sonori, scorrono momenti tipicamente mainstream, passaggi fusion, parti inequivocabilmente jazz-rock ("Channel of Energy"), paesaggi decisamente free ("Magnetic Current").
In forma sottile e tuttavia chiara, domina indisturbata anche l'influenza del sound del Pat Metheny, soprattutto quando la voce di Thana Alexa intona temi all'unisono con il pianoforte e che molto rimandano al mondo musicale del chitarrista.

Sanchez capitalizza in modo deciso l'attenzione sul suo strumento. Fa un uso notevole dei piatti, che batte con nitidezza e con l'intenzione di costruire preferibilmente più momenti di precisazione ritmica e meno di alone sonoro.
Da leader guida un gruppo di valorosi e audaci musicisti che eseguono alla lettera le sue indicazioni.
The Meridian Suite è un album dai tratti marcatamente decisi, variegato e ben suonato, formalmente più tecnicistico, più virtuosistico, ma anche più cerebrale di Three Times Three -anch'esso uscito nel 2015—che, invece, rispetto al primo, è dotato di forza dialettica e democratico equilibrio tra le parti strumentali.


Elenco dei brani e musicisti

Three Times Three

Brani: Nar-this; Constellations; Big Dream; CD 2 Fall; Nooks and Crannies; Rooney and Vinski; Leviathan; Firenze; I Mean You.

Musicisti: Brad Mehldau: pianoforte; Matt Brewer: contrabbasso; John Scofield: chitarra; Christian McBride: contrabbasso e basso elettrico; Joe Lovano: sassofono tenore; John Paritucci: contrabbasso; Antonio Sanchez: batteria

The Meridian Suite

Brani:Grids and Patterns; Immaginary Lines; Channels of Energy; Mafnetic Currents; Pathways of the Mind.

Musicisti: Seamus Blake: Sassofoni tenore ed Electric Wind Interface; John Escreet: pianoforte e Fender Rhodes; Matt Brewer: contrabbasso e basso elettrico; Antonio Sanchez: Batteria, tastiere e voce; Ospiti: Thana Alexa: voce; Adam Rogers: chitarre

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