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Veryan Weston: Allusions
ByIn geometria piana, si dicono invece tassellature (talvolta tassellazioni o pavimentazioni) "i modi di ricoprire il piano con una o più figure geometriche ripetute all'infinito senza sovrapposizioni.
Tali figure geometriche, (che come è facile immaginare vengono dette "tasselli"), sono spesso poligoni, regolari o non, ma possono invece avere lati curvilinei, o non avere affatto vertici. L'unica condizione che solitamente si pone è che siano connessi, anzi semplicemente connessi (ovvero che siano un pezzo unico e non abbiano buchi). In matematica sono state molto studiate anche le tassellazioni dello spazio, dove i tasselli sono solidi".
Fatti saldi i concetti esposti, si prendano ora - da una parte - uno dei pianisti contemporanei da sempre tra i più interessati all'improvvisazione e, dall'altra, l'etichetta discografica che oggi è forse la più specializzata nel settore. In più si inviti in una libreria di Bordeaux, per un incontro prodotto dal Science College della rinomata università cittadina, il suddetto pianista e lo si inviti ad analizzare il concetto e il processo della tassellazione; in breve, ad entrare nei meandri mentali di creative intelligenze artistiche quali quelle di Henri Poincaré o Maurits Cornelis Escher. Prima parlandone diffusamente e poi (il giorno dopo) "alludendo" musicalmente a tutto ciò che è stato esposto nel corso della conferenza. Si chieda anche - contemporaneamente - ai tipi della Emanem di pigiare il tasto "Rec" di un apparecchiatura digitale.
Il risultato, se il pianista di cui sopra ama da sempre la spazialità di Paul Bley e le densità di Cecil Taylor e fra le sue influenze maggiori ci sono nomi, in letteratura, come quelli di T. S. Eliot e James Joyce, nelle arti moderne di Andy Warhol e, in campo musicale, di Béla Bartok, Conlon Nancarrow e Thelonious Sphere Monk, è un lavoro come quello in oggetto di questa presentazione.
Frammenti: isolati ed austeri ma corroborati da un classico "sacro fuoco inventivo," filtrato dalle passate frequentazioni del nostro, inglese quanto basta per avere "incrociato" le proprie avventure con gente del calibro di Lol Coxhill, Steve Beresford, Pat Thomas, Trevor Watts e Phil Minton. Versatile e fluente, il pianismo mai dissacrante o asettico di Weston, è sinuoso e cromatico, in gradi di recuperare dalla storia del jazz, parti salienti e carattere indispensabile per riuscire ad essere altamente credibile.
Tempo fa, con un gruppo di amici, si discuteva della reale opportunità e/o del valore che le registrazioni di concerti improvvisati possano in effetti avere nell'economia anche della sola storia soggettiva di un musicista. La domanda, dunque, era se si possa o si debba delegare solo all'evento prettamente live un intervento improvvisativo. Chiedetelo a Martin Davidson (mente pensante della Emanem) ad esempio e poi ascoltatevi questa avventura. O vi sparate dopo dieci minuti oppure, sbaragliati, resterete sprofondati nella vostra poltrona a bocca aperta a pensare all'entropia dell'universo. Per arrivare - ad esempio - agli ultimi 30 secondi di "Getting Somewhere," dalle viscere dei quali sorgerà addirittura una citazione di "Over the Rainbow," per riportarvi, come si conviene, nel regno di Oz.
Track Listing
Prelude to a Prelude; Into a Mood; Out of the Mood; Hints of Habits; Getting Somewhere; Traces of Nuts; Prelude and Fug.
Personnel
Veryan Weston
pianoVeryan Weston: piano.
Album information
Title: Allusions | Year Released: 2009 | Record Label: Emanem
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