Adam Schroeder: A Handful of Stars

Formatosi nel mondo delle big band americane, il lavoro di Schroeder non fa una grinza in termini di precisione esecutiva, arrangiamenti, equilibrio di gruppo, scelta dei brani, quasi tutti dalla grande tradizione ma non notissimi al pubblico degli appassionati.

Schroeder mostra una tecnica sicura, senza cedimenti di suono, veloce quando c'è da esserlo, come se avesse in mano un sax contralto invece che baritono ("Just in Time," "A Handful of Stars," il finale "It's All Right with Me"), in questo seguace di una tradizione che ha già visto virtuosi come Gerry Mulligan e Pepper Adams. Spiccano i brani in cui Dechter si diverte a tirare fuori una chitarra "bluesy" ed in cui la voce scura del leader è perfettamente a suo agio, o "Midwest Mash," in cui spunta un'atmosfera da classica session Blue Note. Non manca la bossa nova di "Nascimento," scritto dal pianista Barry Harris, affrontato con il giusto "feeling" e l'ambizioso duo insieme al contrabbasso di John Clayton di "Just a Sittin' & a Rockin'".

Un album così si fa apprezzare per la passione e competenza con cui la tradizione viene interpretata, passando da brani modali a bossa nova e blues. Il tutto condito da una forte personalità che gli fa guidare con perizia ed autorevolezza l'esperta ritmica.

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