Octurn: 7 Eyes

Ma la bravura del gruppo consiste proprio nel dare pochissimi punti di riferimento e così diventa complicato imbattersi nel deja vu. Tutto sembra nuovo e familiare allo stesso tempo. Il linguaggio del jazz rimane l'idioma più utilizzato, ma l'effetto complessivo è straniante e coinvolgente a livelli diversi da quelli ai quali siamo abituati. La musica è elegante e preziosa, mai indulgente e mai ingessata. Fluida e proteiforme, perfettamente in grado di disegnare scenari luccicanti dove le coordinate geografiche e temporali sono nascoste sotto la sabbia.

L'album è suddiviso in due CD e le registrazioni sono state fatte dal vivo al 'kvs' di Bruxelles, con l'aggiunta di registrazioni in studio, fatte sempre nella capitale belga. Le redini del gruppo sembrano essere nelle capaci mani del saxofonista Bo Van Der Werf e dei tastieristi Jozef Dumoulin e Fabian Fiorini, ma il lavoro collettivo è il segno vero di questo progetto che utilizza anche la voce di Lynn Cassiers in maniera deliziosa. In particolare questa voce ingenua ed espressiva è al centro dell'unico standard presente: quel "Crazy He Calls Me" che sembra riportarci inizialmente agli anni cinquanta per poi lanciare il cuore nel futuro con l'angolare assolo di chitarra dell'ottimo Nelson Veras. Allacciate le cinture di sicurezza, senza stringere troppo.

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