Mats Gustafsson: The Vilnius Explosion

Le punte arrugginite nella copertina, se associate alla consapevolezza di quale forza si possa scatenare dal sax dello svedese, ci facevano presagire qualcosa di irreparabilmente calato nei sepolcri dell'estremismo sonoro.

E se non mancano momenti altamente abrasivi con i due sax squarciati da sovracuti e da una pronuncia vetriolica (come quella del punk-jazz dell'ultimo pezzo, ma non solo), questo disco sembra lo sviluppo di una sequenza di onde sulla battigia e si concede ciclicamente il respiro di un'improvvisazione collettiva più dilatata. Quasi a prendere respiro prima di una nuova eruzione iconoclasta o come a dire che non esiste furia se non in confronto alla calma.

Così è nel montante, ma quasi monastico, inizio del primo pezzo che prelude alla tempesta e nel secondo brano, che nell'improvvisazione piuttosto sparpagliata sembra un po' il paradigma di un disco con alte punte improvvisative ma non sempre capace di entrare nel sangue dell'ascoltatore, nonostante una formazione indiscutibile che ha il suo plesso solare in un bassista solido e versatile.

Dopo l'uscita del CD Gustafsson ha pubblicato, sempre per la stessa etichetta, The Vilnius Implosion: disco di solo sax baritono, disponibile esclusivamente in vinile e in tiratura limitata.

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