Regina Carter: Southern Confort

Alla talentuosa violinista statunitense non si può certo negare una volatile progettualità, sempre votata alla esplorazione di diverse tradizioni musicali. Il suo caleidoscopio sonoro ingloba in questo CD sia le matrici afroamericane (blues) che bianche (country, cajun, melodie folk irlandesi) per dar luogo ad un progetto a dir poco irrisolto. Piccolo capolavoro di intrigante rielaborazione della matrice blues, la seconda traccia dà lustro ad un disco deludente. Mancano in esso le componenti dionisiache del jazz, che invece cedono il passo ad una scrittura elegante e composta.

La musica scorre piacevolmente con equilibrio, ma senza palpiti e grandi colpi d'ala. L'appassionato di musiche afroamericane vi scorgerà la latitanza della sensualità insita in queste musiche, unitamente ad una ricerca timbrica eterodossa vissuta come metodo e consapevolezza teoretica.

Al posto di una aperta sensualità fatta di stridori, suoni sporchi e glissando esasperati, c'è spazio per una raffinata costruzione sonora dove l'aura riflessiva prevale sulla materia sanguigna del blues feeling. Sulla carta è un disco curioso, che avrebbe potuto dar luogo ad una proposta postmoderna davvero originale. Ma il fascino creativo dell'idea non ha un suo efficace riscontro sia sul piano della costruzione sonora che della pratica strumentale.

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