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Possibilities - L'autobiografia

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Possibilities -L'autobiografia
Herbie Hancock con Lisa Dickey
366 Pagine
ISBN: 978-88-7521-667-2
Minimum Fax
2015

Da mezzo secolo Herbie Hancock è un protagonista del jazz e di generi popolari come funk, rock, rap, pop e reciproche commistioni. È il musicista che più ogni altro ha scorazzato nelle nuove tecnologie, raggiungendo successi di vendita planetari e diventando un divo della musica statunitense, vincitore di quattordici Grammy Awards. Nonostante questo non ha mai interrotto il suo legame con le radici artistiche da cui è partito, in particolare con quanto appreso da Miles Davis; il pubblico che l'ha apprezzato in quel celebre quintetto non l'ha ripudiato, riconoscendone comunque il variopinto talento.

A distanza di un anno dall'edizione statunitense, esce ora per Minimum Fax l'autobiografia del 75enne pianista di Chicago: una lunga riflessione sulle vicende -musicali e non-che hanno costellato la sua vita, in cui svela retroscena poco noti o del tutto inediti (come la sua drammatica dipendenza dalla cocaina e dal crack), e coinvolge direttamente i massimi protagonisti della musica contemporanea: da Miles Davis a Eric Dolphy, da Wayne Shorter a Quincy Jones, da Freddie Hubbard a Wynton Marsalis, da Stevie Wonder a Joni Mitchell.
Un posto di rilievo lo hanno ovviamente Davis e gli anni dal 1963 al 1968. Sono anche le pagine più interessanti per chi segue il jazz ed è interessato più alle vicende musicali che a quelle private. Dopo mesi di ristrettezze economiche a New York (pur suonando nel gruppo di Donald Byrd), Herbie era entrato alla Blue Note e aveva composto quel "Watermalon Man" che gli darà i primi diritti d'autore. Poco dopo Miles Davis lo contattò, convocandolo per delle prove che porteranno all'incisione di Seven Steps to Heaven.
"Il bello di suonare con Miles -ricorda Herbie -era la libertà che ci concedeva. Non diceva mai cosa fare o non fare: si limitava a darci una piattaforma di partenza. (...) Non parlava mai dei meccanismi della musica, note, tonalità e accordi. Era più facile che alludesse a un colore o a una forma che voleva ottenere. Una volta, vedendo una donna che inciampava per strada, la indicò e ci disse "Suonate quello."" E ancora. "C'erano momenti nei quali non ero sicuro di cosa fare e di cosa Miles si aspettasse da me. Una sera, finito il concerto, decisi di parlargliene. "Miles, a volte non so cosa suonare." "Allora non suonare niente" rispose lui senza nemmeno alzare la testa. Tutto qui."

Eppure quelle parole rappresentarono un'illuminazione ed Hancock imparò a rapportarsi col silenzio, evitando di riempire ogni passaggio. Ampio spazio è poi dato alle vicende e ai progetti degli anni settanta: al gruppo Mwandishi, agli Headhunters, al VSOP, all'adesione al buddismo della Soka Gakkai e al costante consumo di stupefacenti. A questi due ultimi temi Hancock dedica ampio spazio, senza riflettere sulla reciproca incompatibilità. Lascia anche perplessi la fede che la recitazione del mantra di quella corrente, porti a benefici personali (in aperta contraddizione con le motivazioni esclusivamente altruistiche delle massime scuole buddiste). Si resta poi stupefatti nel leggere le motivazioni che l'hanno condotto verso la fusion e il pubblico di massa: ..."decisi di mettere il mio orecchio musicale al servizio di un disegno più alto (...) Volevo creare una musica che aiutasse l'umanità, offrendo ai popoli del mondo qualcosa che potesse rafforzarli e magari trasformarli."

Da qui in avanti le vicende musicali (con molta enfasi sulla ricerca di nuove sonorità elettroniche) si legano sempre più ai fatti familiari e personali. Ma sono ancora interessanti le pagine riguardanti Marsalis, il film "'Round Midnight," le incisioni di The New Standard e River -The Joni Letters. Apprezzabile è infine l'onestà con cui svela gli aspetti ignoti della sua dipendenza dal crack. "Mi sono sforzato per anni di seppellire il segreto della mia tossicodipendenza. Probabilmente mi illudevo che, non parlandone a nessuno, avrei potuto fingere che non fosse mai successo. (...) Finalmente mi sono reso conto che tentare di nascondere la verità equivale a mentire."
Nel corso della biografia le vicende dell'uomo di spettacolo sostituiscono progressivamente le riflessioni musicali, dimenticando che forse i suoi lettori più affezionati restano gli amanti di Empyrean Isles, Maiden Voyage, Speak Like a Child, VSOP e dei suoi dischi con Miles Davis. Il libro si legge comunque con piacere e resta un documento prezioso sulla vita e la musica di un protagonista.

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