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Hanam Quintet: Feat. Tristan Honsinger

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Hanam Quintet: Feat. Tristan Honsinger
Dice: "Ma, mi raccomando, vai a vederli dal vivo perché solo dal vivo puoi comprenderne la bravura, la grandezza, la classe, l'interplay... ." Va bene. E allora uno va a "vederli" e torna a casa pensando "sì, è vero, dal vivo sono davvero incredibili. Solo in questo modo puoi apprezzarne lo spessore" e via di conserva...

Ora, a parte che un giorno mi piacerebbe bloccare il gioco per un momento e cercare di capire meglio perché certi gruppi e certe chimiche funzionano davvero solo "dal vivo," per ora limitiamoci a comunicare che l'Hanam Quintet, multietnico quintetto di stanza nella vorticosa Berlino contemporanea, nobilita in senso classicamente estremo il concetto di interplay, battendo sentieri sonori ardui che superano per certi versi, i linguaggi avantgarde, sconfinando spesso e volentieri in territorialità lontane dal maligno desiderio di dover per forza essere etichettati o confinati entro un particolare linguaggio musicale. Ben conoscendo il "limite" di una siffatta architettura, la prima domanda quasi infantile è allora: "Ma se l'ascolto è santificato dal vederli all'opera, perché un gruppo del genere, invece di un CD, non deposita il suo sapere entro le più sicure spire digitali di un DVD?."

I nove brani contenuti in questo disco pubblicato dalla coraggiosa Aut Records dai recapiti felsinei sono la testimonianza di due diverse live session offerte al pubblico della Lumen Church londinese e del Collegium Hungaricum berlinese nel corso di due concerti tenuti dal gruppo nel 2011 e nel 2012. I primi sei sono a totale appannaggio del puro quintetto, composto—fra gli altri—da nomi già abbastanza noti quali quelli di Horst Nonnemacher, bassista anche a fianco dell'Improvisers Pool nei frequenti omaggi di quest'ultimo a nomi di chiaro riferimento quali Alexander von Schlippenbach e Sam Rivers oppure della violinista Alison Blunt (London e Berlin Improvisers Orchestra). Negli ultimi tre, al quintetto si aggiunge in qualità di special guest, la nobile e amata figura di Tristan Honsinger, violoncellista di davvero primario riferimento nell'entourage della musica contemporanea.

Lo score del lavoro è totalizzante ma sotto l'unica bandiera di una rischiosa sfida musicale che potrebbe essere utilizzata quale musica da film, brani di off-theatre, danza e/o cabaret nel senso più europeo possibile. John Russell, nel recensire il lavoro, parla di "libera fantasia" e di "intelligente scelta di libera improvvisazione" ma al lavoro critico sfugge forse il fine ultimo dell'azione di promozione dell'arte tout-court e, dal punto di vista asettico, l'identificazione di un lavoro per essere quantomeno tracciato a un possibile pubblico di acquirenti del prodotto meramente discografico. È del resto assai probabile che ai coraggiosi tipi di Aut non interessi più di tanto il lato commerciale dell'operazione ma allora, ancora di più non si comprende per quale motivo non si possa giocare la scommessa sino in fondo, aggiungendo alle tracce sonore anche quelle video, probabilmente più utili per fare proselitismo e conquistare appassionati alla causa.

Il risultato è che questo disco e i suoi protagonisti resteranno sicuramente nel cuore e nelle orecchie di chi sarà riuscito a conquistarne la conoscenza, ma, più in generale, questo lavoro senza titolo resterà perso nel mare magnum di decine e decine altre operazioni similari. Non c'è nulla di oltranzista o di radicale nello status di questo progetto che è e resta una meravigliosa testimonianza del corollario e dei paradigmi di alcune forme musicali moderniste declinate in maniera sul serio simbiotica. La filosofia di Giacinto Scelsi, la disciplina di Arnold Schönberg, le scelte sonore di Alexander Scriabin e di Alban Berg sono tutti fattori ben presenti nell'eccelso lavoro di scheletrizzazione dell'Hanam che, si badi bene, riesce a contrapporre con eleganza e sicurezza e in un continuo lavoro di frammentazione, un'ecumenica qualità corale e la forza espressiva del singolo. Un estremo omaggio al caos organizzato senza mai cadere in rischiose dinamiche o astruse geometrie troppo difficili anche da essere solamente intuite.

Si può chiudere consigliando l'importanza di almeno una serie di ascolti ripetuti, capaci di svelare piccole perle che inevitabilmente non possono essere conquistate altrimenti.

Per allargare il proprio vocabolario.

Track Listing

Live at Lumen URC 1 - 04:29; Live at Lumen URC 2 - 09:26; Live at CHB 1 - 06:59; Live at CHB 2 - 06.11; Live at CHB 3 - 04:03; Live at CHB 4 - 05:33; Live at CHB with T.Honsinger 1- 01:30; Live at CHB with T.Honsinger 2 - 10:47; Live at CHB with T.Honsinger 3 - 05:34.

Personnel

Alison Blunt: violino; Manuel Miete: sax soprano; Anna Kaluza: sax alto; Nikolai Meinhold: piano; Horst Nonnenmacher: contrabbasso. Ospite: Tristan Honsinger: violoncello.

Album information

Title: Feat. Tristan Honsinger | Year Released: 2014 | Record Label: Aut Records

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