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Giovanni Falzone Contemporary Orchestra + ExtraCoro: La Banda Del Teatrino

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Lampi di Musicamorfosi, 11° edizione
Monza
29.03.2014

Crisi, mancata meritocrazia, cupole e cupolette varie, onorevoli X che intascano vitalizi, fughe di cervelli ... Parla di noi, il nuovo progetto di Giovanni Falzone "La Banda del Teatrino." Dei nostri problemi e vizi che ogni giorno troviamo (d)enunciati sui quotidiani e nei telegiornali. Della nostra italietta che tanto ci fa arrabbiare ma della quale siamo in qualche modo corresponsabili o, per meglio dire, correi.

Ma se il contenuto è di fin troppo stretta attualità, la forma punta invece decisa agli anni '70. Per il look dei musicisti, chiaramente ispirato ai Drughi di Arancia Meccanica. Per l'impostazione del progetto, così fortemente tematizzata da riportarci inevitabilmente alla stagione del progressive rock e dei suoi concept album. E per le atmosfere complessive della musica, evocanti fin dalle prime note i Gentle Giant, i Jethro Tull, ed a seguire tutti gli altri nomi storici quali i King Crimson o i Soft Machine.

Trattandosi di lavoro ironico tendente al grottesco, non sempre i riferimenti sono così alti. A tratti spuntano echi di Angelo Branduardi, guizzi di musical, la sigla del telegiornale, varie amenità più o meno trash. Ma, come sempre nelle musiche di Falzone, anche in questa Banda del Teatrino troviamo un importante lavoro di scrittura (inserti, stacchi, cambi di tempo e di ritmo) e di orchestrazione (sul palco c'erano quaranta coristi e i quattordici elementi della Contemporary Orchestra) che impone un ascolto attento e partecipato.

Resta poi da vedere se chi va ad assistere ad un concerto abbia davvero voglia di trovare rappresentato (di nuovo!) quel teatrino quotidiano da cui ci si vorrebbe magari distaccare per un'oretta. Non si tratta di non riconoscere alla musica una funzione od un valore sociale. Si tratta, piuttosto, di pensare che l'arte dovrebbe volare un po' più alto della melma (diciamo così) quotidiana che ci circonda. Farci riflettere su di essa, senza dovercela necessariamente rappresentare in tutta la sua pochezza. Anche perchè, in questo genere di operazioni, il moralismo alla "Dove andremo a finire, cara la mia signora!" , il qualunquismo alla "È tutto un magna magna", sono sempre dietro l'angolo.

Non a caso, il pubblico ha mostrato di gradire molto la parte musicale dello spettacolo, un po' meno i "messaggi" che Falzone—nel suo abituale dialogo tra un brano e l'altro con la platea—ha cercato di comunicare.

Detto tutto ciò, chiudere un concerto a Monza, capoluogo di quella Brianza che nell'immaginario collettivo è la quintessenza del berlusconismo, con un brano intitolato "È caduto, decaduto", ha un che di sardonico e sottilmente beffardo.

Foto
Antonello Longo.

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