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Zeno De Rossi Trio “Kepos”
Firenze
25.01.14
Gli appuntamenti con Zeno De Rossi sono un classico del Jazz Club fiorentino, sia perché il batterista è parte di numerosi gruppi di alto livello, sia perché è comunque molto apprezzato dai frequentatori del locale. Inevitabile, quindi, che dopo essere passato nella prima parte della stagione con il quartetto di Cristiano Arcelli, vi ritornasse con il suo più recente progetto, il trio con Francesco Bigoni e Giorgio Pacorig che ha recentemente pubblicato il disco Kepos per la rivista Musica Jazz.
E proprio sulla falsariga dell'eccellente lavoro registrato si è mosso il concerto, che nella sua prima parte ha perfino seguito la medesima scaletta. E, sebbene nel prosieguo abbiano trovato spazio composizioni di Thelonious Monk, di Paul Motian (al quale Zeno ha dedicato un interessante tributo scritto su AllAboutJazz, clicca qui per leggerlo in lingua inglese) e originali non inclusi nel disco. Fino a una "Ida Lupino" di Carla Bley caratterizzata da una parte centrale ampiamente improvvisata e via via trasformata in una sorta di mantra minimalista dal lavoro di Fender e sax.
Proprio il Fender di Pacorig è parso avere, dal vivo, spazi e sonorità maggiori rispetto al CD; la cosa è emersa particolarmente bene in "Shapes of Bill Frisell," ma ha attraversato un po' tutto il concerto, caratterizzandolo in modo originale agli orecchi di chi già conosceva e apprezzava la registrazione. Ovviamente ciò non ha oscurato il ruolo di Bigoni, come sempre formidabile nello scavo dei testi attraverso fraseggi ora intimisticamente pacati, ora più tormentati e travolgenti, ora limpidi (al clarinetto), ora ruvidi (al tenore), sempre comunque caratterizzati da una cangevolezza che affascina e tiene alta l'attenzione dell'ascoltatore.
Un contesto nel quale l'impasto dei suoni è essenziale non poteva poi che esaltare il ruolo direzionale di De Rossi, che lo ha svolto principalmente costruendo spazi per gli altri, alterandoli con improvvisi cambi di scena, illuminandoli con i molteplici colori che sa trarre dalla sua tavolozza percussiva.
Un concerto pienamente coinvolgente e bellissimo, che ha confermato il trio come una delle più interessanti proposte dell'ultimo anno.
Foto (di repertorio)
Massimo Sorrentini.
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