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Simone Graziano Quintet al Pinocchio Jazz Club

Simone Graziano Quintet al Pinocchio Jazz Club
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Pinocchio Live Jazz
Firenze
30.11.2013

Autore di uno dei CD italiani più interessanti del 2013 con un quintetto dalla front line stellare—David Binney e Chris Speed—Simone Graziano ha svolto un tour di presentazione del lavoro che ha toccato varie città italiane, portando in scena il gruppo con una sola modifica—il tenore di Speed era sostituito da quello, comunque ottimo, di Dan Kinzelmann.

Dalla registrazione di Frontal sono passati due anni, nel corso dei quali il gruppo ha avuto diverse occasioni di suonare e affinare un'intesa che già nel CD pareva eccellente. Gli esiti più interessanti di questo proseguimento della ricerca comune sono parsi in primo luogo l'ampliamento degli spazi, che ha permesso nel concerto fiorentino un accresciuto protagonismo del contrabbasso di Gabriele Evangelista e—soprattutto—del pianoforte del leader, adesso più palesemente alla guida dei frequenti cambi di tempi e atmosfere—ora rarefatte, ora caotiche, ora grazie ai sax dinamicamente intense e incalzanti—che costituiscono una delle caratteristiche peculiari della formazione.

Lo spettacolo, intensissimo, ha sostanzialmente ripercorso il programma del disco, con pochi brani nuovi; tuttavia, per molti aspetti è sembrato di ascoltare una musica nuova, così come si conviene agli spettacoli di musica improvvisata, vuoi per i sottilmente mutati equilibri tra i protagonisti, vuoi perché il live ha fatto emergere meglio alcune trame sonore.

Così, se nell'iniziale "Frontal" è risaltata l'interazione tra piano e contrabbasso, nel coinvolgente caos di "Tre spirali" la stessa cosa è successa a quella tra il piano e la batteria di Stefano Tamborrino, l'attenuarsi della quale evidenziava di nuovo l'imperturbabile filo conduttore del contrabbasso. In chiusura del primo set, un lungo assolo di grande coinvolgimento e pathos ha esemplificato le qualità di David Binney, musicista ben noto a livello internazionale e tuttavia non da tutti considerato quanto merita: la semplicità con cui si produce in assoli torrenziali, la sorprendente capacità di non ripetervi neppure una frase, la sensibilità con cui dosa dinamicamente i suoni per raggiungere drammaturgicamente l'ascoltatore fanno di lui uno dei maggiori sax contralto in attività nel mondo.

Nell'economia del gruppo grande importanza ha anche la valorizzazione dell'interazione dei due fiati: sufficientemente simili da poter convivere senza problemi e significativamente diversi non solo—com'è ovvio—nei timbri, ma anche e soprattutto nelle forme espressive e nelle modalità improvvisative—più teso, estroverso e drammatico Binney, maggiormente introspettivo e riflessivo Kinzelman—i due si integrano alla perfezione. Rilevantissimo, inoltre, il ruolo svolto da Tamborrino, sempre pronto ad accompagnare non solo ritmicamente, ma anche con suoni in controcanto il lavoro sia del piano, sia dei fiati.

Splendido per tutta la sua durata, il concerto si è concluso con un brano tratto dal CD, "Nocturnal Fly," suonato però in modo molto diverso, anche perché verso la metà virato decisamente sul blues, cosa che gli ha conferito una inattesa connotazione di sapore quasi country. Anche qui, per l'ennesima volta, splendido Binney.

La serata ha confermato una volta di più il valore assoluto della musica e del gruppo di Simone Graziano, musicista che merita molta attenzione. Vista la crescita del quintetto, è auspicabile una documentazione registrata anche dal vivo.

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