La musica contenuta in Pane e tempesta non sta mai ferma. Questo perchè le dieci composizioni di Paolo Damiani fluttuano dai molti passaggi puramente descrittivi, che lasciano grande spazio all'immaginazione di chi li ascolta ("Frag 2"), ai sognanti chiaroscuri di brani come "Respiri di tempo," alle canzoni incisive e dai testi - firmati da Stefano Benni - che tracciano un perimetro ben delineato ("Escort Song").
Dieci è anche il numero dei musicisti alla corte del violoncellista. Si tratta di giovani promettenti e altri che hanno già compiuto qualche passo importante, tra i quali spicca la figura di Cristiano Arcelli, sassofonista umbro che firma la maggior parte degli arrangiamenti. Damiani si conferma, oltre che leader ispirato e di spessore, anche come grande figura didattica, in grado di costruire una filosofia musicale attorno all'aggregazione, al dialogo e al confronto tra personalità in maturazione.
La bellezza delle melodie ("Cose così"), i momenti di grande coralità ("In un tempo lontano"), ma anche di esile lucentezza ("Quello che non voglio") rendono quest'album godibile dalla prima all'ultima nota.
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