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Nigel Coombes, Steve Beresford: White String's Attached (improvised violin and piano duets and a violin solo)
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Con perfetto humour britannico Nigel Coombes, violinista inglese attivo per un buon ventennio dai '70 ai '90 scrisse, nelle note di copertina di questo disco apparso nel 1979, che Beethoven stesso realizzò da solo che pianoforte e violino "suonassero davvero orribilmente insieme." "Strumenti che fondamentalmente si odiano l'un altro e... che fosse ora di finirla di comporre sonate e composizioni varie per questi due strumenti."
Eugene Chadbourne in un nuovo commento apparso su AMG nei primi anni del nuovo millennio rincara la dose analizzando il tipico contesto d'incontro dei due "sfortunati" strumenti. Recuperando testi e commenti anche dello straordinario polistrumentista Steve Beresford (uno dei massimi ispiratori della musica di ricerca della terra d'Albione degli ultimi decenni), Emanem riporta alla luce un ennesimo esempio di "follia britannica," dando un valore alle originali parole di Coombes, ristampando (l'originale era un vinile al quale è stato aggiunto materiale contemporaneo come ad esempio un dodici minuti di violino solo) una delle più esilaranti esemplificazioni di totale improvvisazione free mai date alle stampe.
Il duo letteralmente gioca con la destrutturazione temporale, vomitando secchiate di note apparentemente senza senso, proprio per dare "base" alle asserzioni beethoveniane. L'esatto opposto di ciò che anche su queste colonne abbiamo scritto per commentare ad esempio il lavoro di Sylvie Courvoiser e Mark Feldman che credono in altre aspetti e filosofie più "moderniste." Qui non vi è nulla di algido e perfetto. Quello che c'è in questo disco è una splendida accozzaglia di sensazioni. Barlumi di idee immensamente ironiche e assolutamente divertenti. Totalmente inutili quasi da ogni punto di vista ma, forse, proprio per questo dannatamente intriganti.
Roba che sarebbe immensamente piaciuta a Erik Satie, a Monk o ai primi pre-patafisici. Intelligente e sorprendente come quasi ogni proposta Emanem. O giù di lì. I due, non nuovi ad avventure similari, comprovano apertamente anche in quest'occasione la straordinaria omogeneità della propria ricerca. Eloquenza, stile e "classicismo" non mancano: le stesse aggettivazioni utilizzati per decenni per descrivere Beethoven o Stravinsky che però non "improvvisavano." Due danzatori pazzi che inventano energetici quanto graziosi giochi di humour. Altrettanto pazza Emanem che porta i quasi settantacinque minuti sul dischetto argenteo.
Eugene Chadbourne in un nuovo commento apparso su AMG nei primi anni del nuovo millennio rincara la dose analizzando il tipico contesto d'incontro dei due "sfortunati" strumenti. Recuperando testi e commenti anche dello straordinario polistrumentista Steve Beresford (uno dei massimi ispiratori della musica di ricerca della terra d'Albione degli ultimi decenni), Emanem riporta alla luce un ennesimo esempio di "follia britannica," dando un valore alle originali parole di Coombes, ristampando (l'originale era un vinile al quale è stato aggiunto materiale contemporaneo come ad esempio un dodici minuti di violino solo) una delle più esilaranti esemplificazioni di totale improvvisazione free mai date alle stampe.
Il duo letteralmente gioca con la destrutturazione temporale, vomitando secchiate di note apparentemente senza senso, proprio per dare "base" alle asserzioni beethoveniane. L'esatto opposto di ciò che anche su queste colonne abbiamo scritto per commentare ad esempio il lavoro di Sylvie Courvoiser e Mark Feldman che credono in altre aspetti e filosofie più "moderniste." Qui non vi è nulla di algido e perfetto. Quello che c'è in questo disco è una splendida accozzaglia di sensazioni. Barlumi di idee immensamente ironiche e assolutamente divertenti. Totalmente inutili quasi da ogni punto di vista ma, forse, proprio per questo dannatamente intriganti.
Roba che sarebbe immensamente piaciuta a Erik Satie, a Monk o ai primi pre-patafisici. Intelligente e sorprendente come quasi ogni proposta Emanem. O giù di lì. I due, non nuovi ad avventure similari, comprovano apertamente anche in quest'occasione la straordinaria omogeneità della propria ricerca. Eloquenza, stile e "classicismo" non mancano: le stesse aggettivazioni utilizzati per decenni per descrivere Beethoven o Stravinsky che però non "improvvisavano." Due danzatori pazzi che inventano energetici quanto graziosi giochi di humour. Altrettanto pazza Emanem che porta i quasi settantacinque minuti sul dischetto argenteo.
Track Listing
White String's Attached 1 (formerly 2); White String's Attached 2 (formerly 1); White String's Attached 3 (complete); White String Detached.
Personnel
Steve Beresford
pianoNigel Coombes -violino; Steve Beresford: piano verticale, toy piano, richiamo per uccelli Audubon, squeakers, percussioni, fischietti.
Album information
Title: White String's Attached (improvised violin and piano duets and a violin solo) | Year Released: 2014 | Record Label: Emanem
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Nigel Coombes, Steve Beresford
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Nigel Coombes
Eugene Chadbourne
White String's Attached (improvised violin and piano duets and a violin solo)