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Muhal Richard Abrams Quintet al Teatro Manzoni di Milano

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Aperitivo in Concerto
Teatro Manzoni
Milano

31.01.2016

Il programma della stagione 2015-2016 di Aperitivo in Concerto era, come sempre, ricco di proposte e musicisti interessanti. Un nome, però, svettava nettamente su tutti gli altri. Quello di Muhal Richard Abrams. Per la sua storia (ricordiamo che il pianista è stato tra i fondatori dell'AACM), perché erano diversi anni che il nostro non suonava a Milano, e perché era alla testa di uno splendido quintetto -al Manzoni alla sua prima europea -formato da Jonathan Finlayson alla tromba, Bryan Carrott al vibrafono, Leonard E. Jones (che ha sostituito Brad Jones) al contrabbasso, e Reggie Nicholson alla batteria.

Nelle note introduttive al concerto, curate da Gianni Gualberto, Abrams veniva definito il gentile genio che organizza i suoni. Ritratto perfetto del pianista chicagoano, e di quello che avremmo ascoltato nel corso di questa mattinata milanese: quattro lunghi brani dalla struttura molto aperta, all'interno dei quali si potevano trovare tracce della tradizione afro-americana, dell'epopea free, della più stringente contemporaneità. Seduto al suo pianoforte, con pochi, garbati ma decisi gesti, Abrams ha appunto organizzato i suoni, sviluppato la musica "in corso d'opera". Scomponendo e riassemblando il gruppo in sottoinsiemi variabili. Assegnando ora a questo, ora a quel musicista, il ruolo di solista in senso propriamente detto (ovvero di unica voce sul palco). Delineando per se stesso un approccio da eminenza grigia, apparentemente di basso profilo (molto parco di note e quasi defilato) ma di fatto determinante.

Straordinaria l'aderenza dei musicisti alla visione musicale del leader, in particolare di Jonathan Finlayson (i suoi pianissimo erano da pelle d'oca!) e Bryan Carrott, cui Abrams ha concesso ampio e meritatissimo spazio.

Un'ora di musica densa, che ha richiesto attenzione e concentrazione, ma che ha ripagato con un viaggio musical-emozionale di grande intensità.

Foto
Roberto Cifarelli.

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