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Massimo De Mattia Quartet: Hypermodern

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Massimo De Mattia Quartet: Hypermodern
Cambia un po' -rispetto al recente passato -l'organico del quartetto di Massimo De Mattia, ma rimane costante lo spirito che ne anima la musica, come sempre improntata a una ricerca tanto rigorosa, quanto libera.

Il flautista e compositore friulano sviluppa qui quanto va elaborando da oltre trent'anni e che negli ultimi lavori ha preso forme sempre inquiete e imprevedibili, ma anche narrativamente più lineari, a tutto vantaggio della leggibilità. Certo, in questo Hypermodern, fedele al titolo, la musica ha un carattere più segmentato e sono meno presenti parentesi liriche rispetto, per esempio, a Black Novel, del 2012; ma lo sviluppo narrativo ha ancora una volta un ben definito percorso drammaturgico, attorno al quale l'ascoltatore può orientarsi per apprezzarne i suoni.

Questi ultimi sono i veri protagonisti dell'album, così come dev'essere in una musica totalmente improvvisata qual è quella di Hypermodern. Ed è proprio per la prevalenza del suono che si rivela particolarmente importante la presenza di Giovanni Maier, contrabbassista che sul suono non ha rivali in Italia: tangibilmente presente in filigrana per l'intera durata del lavoro, il suono profondo del suo strumento inventa ripetutamente situazioni sonore originali, oltre che spingersi in primo piano a più riprese.

Una parte essenziale gioca poi il vibrafono di Luigi Vitale, peraltro non a caso: da un lato perché il giovane musicista sta diventando uno dei partner abituali di De Mattia—che come noto privilegia i rapporti consolidati con i musicisti per ragioni sia strettamente artistiche che umane—dall'altro perché il vibrafono ha avuto un ruolo di primo piano nei lavori di Eric Dolphy, imprescindibile riferimento per un flautista di ambito jazz.

Una piacevole sorpresa, infine, è l'ultima delle molte giovani promesse friulane: il batterista Alessandro Mansutti, che si muove con sicurezza in un ambito così complesso e—soprattutto—adatta mirabilmente la sua presenza agli scenari, dinamicamente assai diversi l'uno dall'altro.

Infatti il lavoro, pur nella coerenza stilistica e di atmosfere, passa da momenti di intimità riflessiva quasi cupa, su tempi lenti ("Stll Life Alive," la prima parte di "Last Beyond," "Zeit"), ad altri invece assai più concitati e veloci (come la title track e "Proxemic"). La complessità delle tessiture è sempre elevata ed estremamente stimolante; su di esse si distendono i flauti di De Mattia, che quasi unisce le altre voci zigzagando in dialogo con tutti, senza alcuna ripetizione e con continue invenzioni espressive—costruendo in tal modo un'unitarietà che, appunto, dà ai brani una tangibile identità narrativa tale da garantir loro una fruibilità rara per le opere interamente improvvisate.

Un lavoro che conferma una volta di più l'importanza di De Mattia, da anni uno dei musicisti più interessanti del nostro paese, a dispetto del fatto che sia praticamente impossibile ascoltarlo dal vivo fuori dal nordest.

Track Listing

Lands Beyond; Hypermodern; Still Life Alive; Zeit; Proxemics; A Non-Place Odyssey; Entropy; Way Out.

Personnel

Massimo De Mattia: flauti; Giovanni Maier: contrabbasso; Luigi Vitale: vibrafono, marimba, percussioni; Alessandro Mansutti: batteria, percussioni.

Album information

Title: Hypermodern | Year Released: 2014 | Record Label: Rudi Records

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