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C.W. Stoneking: Gon’ Boogaloo
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Non c'è niente da fare. Per quanto ormai da tempo abbiamo imparato che la cosiddetta "autenticità" in musica è pur sempre una costruzione culturale (o commerciale, le due cose si intrecciano spesso), ci sono artisti che per essenzialità, scelte sonore e produttive, immediatezza, riescono a "arrivare" senza troppe curve dritti al cuore di chi ascolta.
C.W. Stoneking è una sorta di "Dr. John/Tom Waits australiano," che si muove pienamente a suo agio tra atmosfere polverose pre-war folk, ruvido r&b, insolenze blues a bassa fedeltà, ballate sghembe che sembrano provenire da un'immaginaria New Orleans con le strade rosse di sabbia.
Si premura di dirci che ha registrato tutto in presa diretta, in soli due giorni, con un paio di vecchi microfoni e regolando i volumi solo tramite la distanza dello strumento dal microfono.
Elettrico e grezzo, ebbro e rock, antichissimo e quindi fuori del tempo con stordente tempismo, C.W. Stoneking fa qualcosa di ancestrale (o se preferite di "vecchio come il cucco") e lo fa benissimo, non dimenticandosi nemmeno di indossare in copertina una maschera da scheletro del Mardi Gras.
È un disco divertente e essenziale, Gon' Boogaloo, e poco importa che il "primitivismo" sia un vezzo o una necessità: la narrazione è intima e dà niente di più e niente di meno di quanto promette. Come un vecchio amico.
Dodici tracce, da "How Long" alla festosa "We Gon' Boogaloo," attraversando una terra infestata da "The Zombie" (con tanto di coretto femminile), tratti di giungla e di malinconie blues. Finisce e hai voglia di riascoltarlo. Buon segno.
C.W. Stoneking è una sorta di "Dr. John/Tom Waits australiano," che si muove pienamente a suo agio tra atmosfere polverose pre-war folk, ruvido r&b, insolenze blues a bassa fedeltà, ballate sghembe che sembrano provenire da un'immaginaria New Orleans con le strade rosse di sabbia.
Si premura di dirci che ha registrato tutto in presa diretta, in soli due giorni, con un paio di vecchi microfoni e regolando i volumi solo tramite la distanza dello strumento dal microfono.
Elettrico e grezzo, ebbro e rock, antichissimo e quindi fuori del tempo con stordente tempismo, C.W. Stoneking fa qualcosa di ancestrale (o se preferite di "vecchio come il cucco") e lo fa benissimo, non dimenticandosi nemmeno di indossare in copertina una maschera da scheletro del Mardi Gras.
È un disco divertente e essenziale, Gon' Boogaloo, e poco importa che il "primitivismo" sia un vezzo o una necessità: la narrazione è intima e dà niente di più e niente di meno di quanto promette. Come un vecchio amico.
Dodici tracce, da "How Long" alla festosa "We Gon' Boogaloo," attraversando una terra infestata da "The Zombie" (con tanto di coretto femminile), tratti di giungla e di malinconie blues. Finisce e hai voglia di riascoltarlo. Buon segno.
Track Listing
How Long; The Zombie; Get On the Floor; The Thing I Done; Tomorrow Gon’ Be Too late; Mama Got the Blues; Goin’ Back South; The Jungle Swing; Good Luck Charm; I’m the Jungle Man; On a Desert Isle; We Gon’ Boogaloo.
Personnel
Album information
Title: Gon’ Boogaloo | Year Released: 2014 | Record Label: King Hokum