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Gabriele Coen Trio al Pinocchio Live Jazz di Firenze
Firenze
31.1.2015
Gabriele Coen era già passato da Firenze con il programma del suo ultimo lavoro Yiddish Melodies in Jazz: l'aveva fatto nell'estate di due anni fa, nel cortile della Sinagoga, ed era stato uno splendido concerto. Ma in quell'occasione si era presentato in quartetto con Pietro Lussu al pianoforte, mentre stavolta, al Pinocchio, la formazione era un trio senza batteria e al piano era presente Alessandro Gwiss, talentuoso membro degli Aires Tango (sullo stesso palco solo tre settimane prima), accanto al fido Marco Loddo al contrabbasso. E il concerto non è stato da meno.
Il programma era ancora una volta fatto di composizioni originali e "standard ebraici" a cavallo del jazz, con numerosi i riferimenti all'orchestra di Benny Goodman, che con una certa frequenza aveva in repertorio brani di ascendenza ebraica, talvolta presentati con titoli che ne camuffavano la vera origine. In più, verso la conclusione del primo set, Coen ha eseguito anche un brano di John Zorn, originariamente per il quartetto Masada, che fu una delle ragioni del suo incontro con il musicista statunitense, sfociato poi nell'ingresso del musicista romano nella scuderia Tzadik.
Aldilà della conclamata bravura del sassofonista e clarinettista, capace con tutti gli strumenti di esprimersi in assolo tanto agili, quanto espressivi e vari, il concerto della nuova formazione ha colpito chi conosca i lavori di Coen in parte perché l'assenza della batteria poneva in risalto gli aspetti melodici dei brani Yiddish, in partesoprattuttoperché dava più spazio al dialogo con il pianoforte, esaltando in tal modo le doti di Gwiss, che tendeva ad esprimersi in modo più astratto e rarefatto di quanto ci si sarebbe potuti attendere dal contesto, con effetti di contrasto invero molto interessanti.
In un concerto di indubbia eleganza e per questo assai apprezzato dal pubblico, una ragione di interesse in più era data dal suo cadere nei pressi della Giornata della Memoria, celebrata solo quattro giorni prima; le introduzioni esplicative di Coen ai brani e i riferimenti alla loro spesso tormentata storia hanno assunto perciò un valore ancora maggiore.
Foto
Davide Susa.
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