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Dialoghi ai confini del suono
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Un paio di duetti avventurosi pubblicati dalla Relative Pitch Records.
Questione di irriducibilità. Ai generi, alle mode, alla convenienza (quale essa sia).
Paul Flaherty, Randall Colbourne
Ironic Havoc
Relative Pitch Records (2013)
* * * ½
Il primo.
Paul Flaherty e Randal Colbourne si conoscono e frequentano musicalmente da anni. Sassofono e batteria. Come John Coltrane e Rashied Ali (ma anche l'Elvin Jones di "Vigil," non scordiamolo), come Larry Ochs e Donald Robinson, Peter Brötzmann e Paal Nilssen-Love, Joe McPhee e Chris Corsano (che proprio con Flaherty a collaborato a lungo).
La libertà e la furia, i limiti spinti oltre il proprio stesso confine, l'assorbirsi l'uno dentro l'altro, Dioniso che sovverte la calma familiare, sprazzi di visionarietà spiraliforme.
Chi ama abbandonarsi a questo tipo di avventure sonore troverà in Ironic Havoc un prezioso carnet de route da seguire con eccitata curiosità. A chi invece pensa che questa musica sia diventata un cliché fuori dal cliché, un'onesta attività masturbatoria per nostalgici di un'energia che è ora in tutt'altre lande, beh, che dire? Difficile smentirlo con una semplice argomentazione verbale. Non ha tutti i torti, ma ci sono alcuni momenti di questo disco che commuovono e vanno al di là delle parole.
Bogan Ghost
Zerfall
Relative Pitch Records (2013)
* * *
Il secondo. Al femminile
Liz Allbee alla tromba e Annette Krebs, Anthea Caddy, Magda Mayas al violoncello. Bogan Ghost. Elettroacustiche, enigmatiche, estreme, creepy, noncuranti del fatto che l'ascoltatore probabilmente penserà che il disco sia difettoso (la prima traccia è quasi silente).
Ronza inquieta la musica, fischia come tanti "organismi" meccanici che accompagnano la nostra quotidianità. Ci si chiede se il pulsare tecnico evocato non sia un po' come il suono della natura che ispirava poemi sinfonici e trilli di flauti. Ce lo chiediamo noi, loro imperturbabili "urlano" e sibilano un micro mondo di storie sonore. Per niente facile. Per niente privo di fascino.
Musicisti:
Ironic Havoc: Paul Flaherty (sax alto e tenore); Randall Colbourne (batteria)
Zerfall Liz Allbee (tromba); Anthea Caddy (violoncello).
Questione di irriducibilità. Ai generi, alle mode, alla convenienza (quale essa sia).
Paul Flaherty, Randall Colbourne
Ironic Havoc
Relative Pitch Records (2013)
* * * ½
Il primo.
Paul Flaherty e Randal Colbourne si conoscono e frequentano musicalmente da anni. Sassofono e batteria. Come John Coltrane e Rashied Ali (ma anche l'Elvin Jones di "Vigil," non scordiamolo), come Larry Ochs e Donald Robinson, Peter Brötzmann e Paal Nilssen-Love, Joe McPhee e Chris Corsano (che proprio con Flaherty a collaborato a lungo).
La libertà e la furia, i limiti spinti oltre il proprio stesso confine, l'assorbirsi l'uno dentro l'altro, Dioniso che sovverte la calma familiare, sprazzi di visionarietà spiraliforme.
Chi ama abbandonarsi a questo tipo di avventure sonore troverà in Ironic Havoc un prezioso carnet de route da seguire con eccitata curiosità. A chi invece pensa che questa musica sia diventata un cliché fuori dal cliché, un'onesta attività masturbatoria per nostalgici di un'energia che è ora in tutt'altre lande, beh, che dire? Difficile smentirlo con una semplice argomentazione verbale. Non ha tutti i torti, ma ci sono alcuni momenti di questo disco che commuovono e vanno al di là delle parole.
Bogan Ghost
Zerfall
Relative Pitch Records (2013)
* * *
Il secondo. Al femminile
Liz Allbee alla tromba e Annette Krebs, Anthea Caddy, Magda Mayas al violoncello. Bogan Ghost. Elettroacustiche, enigmatiche, estreme, creepy, noncuranti del fatto che l'ascoltatore probabilmente penserà che il disco sia difettoso (la prima traccia è quasi silente).
Ronza inquieta la musica, fischia come tanti "organismi" meccanici che accompagnano la nostra quotidianità. Ci si chiede se il pulsare tecnico evocato non sia un po' come il suono della natura che ispirava poemi sinfonici e trilli di flauti. Ce lo chiediamo noi, loro imperturbabili "urlano" e sibilano un micro mondo di storie sonore. Per niente facile. Per niente privo di fascino.
Musicisti:
Ironic Havoc: Paul Flaherty (sax alto e tenore); Randall Colbourne (batteria)
Zerfall Liz Allbee (tromba); Anthea Caddy (violoncello).
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About Paul Flaherty
Instrument: Saxophone, tenor
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