Roy Nathanson's Sotto Voce: Complicated Day

Roy Nathanson, Curtis Fowlkes, Sam Bardfeld... Non sono i The Jazz Passengers, peraltro recentemente "Reunited," ma poco ci manca. Sono i Sotto Voce, band di cui Roy Nathanson è unico leader, e che si muove su territori simili a quelli dei Jazz Passengers ma con maggiore enfasi sull'orecchiabilità, sulle voci, sulla parola (tutti i brani dell'album sono cantati).

L'approccio è quello consueto di Nathanson, che alterna composizioni originali a cover imprevedibili ("I Can See Clearly Now" di Johnny Cash), istrionismo clownesco a sottigliezze musicali di delicatissima fattura, solidissime orchestrazioni ad eccessi e divagazioni. La leadership di Nathanson è forte, e il risultato è un album godibilissimo, suonato molto bene e sicuramente poco usuale, sebbene a volte fin troppo compiaciuto nella sua impertinenza. Nathanson ricorda infatti quei bambini che, pur consapevoli di fare qualcosa che non si dovrebbe fare, si divertono a compiere marachelle perché, appunto, è divertente.

Ma, non a caso, i momenti migliori dell'album sono quelli in cui il ruolo di leading vocal è svolto da Curtis Fowlkes ("Simon" e "Complicated Day"). Con la sua ironia sorniona, con il suo sguardo disincantato, il trombonista stempera la corrosività di Nathanson, trasformandola in uno sguardo affettuoso, caldo e coinvolgente.

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