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Bentornata Incus !

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Dopo la scomparsa di Derek Bailey (il giorno di Natale del 2005) si erano un po' perse le tracce della Incus Records. L'atroce dubbio di chi scrive, mentre alcuni titoli del catalogo andavano scomparendo dagli scaffali dei negozi virtuali (l'ultima Bengodi di chi ancora si ostina a comprare dischi), era che l'etichetta fosse finita su un binario morto, destinata a un mesto epilogo.

E invece, qualche mese addietro, l'inattesa rinascita: un restyling completo del sito, il catalogo nuovamente disponibile, per intero, on-line e, quel che più conta, la pubblicazione-ristampa in CD di un vecchio LP, ovvero Lot 74 di Derek Bailey (del quale pubblichiamo una recensione a parte). Insomma, una ripresa delle attività in piena regola, con tanto di planning per le uscite future e un paio di Incus Festival programmati a Londra e New York.

Nata nel 1970 da un'idea di Tony Oxley, la Incus ("incudine," ovvero il piccolo osso che si trova nell'orecchio) è orgogliosamente passata alla storia come la prima etichetta inglese interamente gestita da musicisti, anche se i soldi per iniziare l'avventura, particolare non trascurabile, ce li mise un giornalista, Michael Walters. Evan Parker e Derek Bailey furono scelti per la direzione artistica, mentre Oxley si stancò abbastanza presto della sua creatura. Non così presto, tuttavia, da non riuscire a partecipare alla prima seduta prodotta dalla Incus, in trio con Parker e Bailey. Sfortunatamente, i nastri di quella storica session non furono mai pubblicati e in seguito andarono perduti. E infatti il numero uno del catalogo toccò in sorte all'album Topography of the Lungs, sempre in trio, ma con Han Bennink al posto di Oxley (anche questo disco ha una storia tutta da raccontare e ci riserviamo di raccontarla qualche riga più sotto).

A quel primo vagito seguirono pubblicazioni firmate dal meglio del meglio della scena creativa britannica e non solo: l'esordio della London Jazz Composers' Orchestra di Barry Guy, i leggendari guitar solo di Bailey, ma anche opere di Steve Beresford, Paul Rutherford, John Stevens e lo Spontaneous Music Ensemble, Kenny Wheeler, Howard Riley, olandesi in trasferta come Bennink, Misha Mengelberg, Tristan Honsinger, Willem Breuker e qualche special guest d'oltre oceano, Braxton, Lacy e George Lewis tra gli altri. Senza dimenticare i dischi griffati Company, testimonianze dei periodici meeting sull'improvvisazione organizzati da Bailey a Londra.

Insomma, la Incus fu l'etichetta per eccellenza dell'improvvisazione radicale coniugata all'inglese. E la prima parte della sua storia si chiuse a metà degli anni Ottanta, quando Parker se ne andò sbattendo la porta e il timone restò nelle mani del solo Bailey. Ma il flusso di pubblicazioni non per questo si interruppe, anzi, fino alla morte del chitarrista la Incus ha continuato a testimoniare le evoluzioni, in primis, dell'arte di Bailey, pur non tralasciando di ospitare idee e progetti di artisti del calibro di Henry Kaiser, Susie Ibarra, John Butcher, Fred Frith, Alex Ward e persino John Zorn.

Il terzo capitolo della storia della gloriosa Incus, come detto poc'anzi, si è aperto nella primavera del 2009. Deus ex machina del rilancio la compagna di Bailey, Karen Brookman, che dalla metà degli anni Ottanta ha affiancato il direttore artistico nella gestione complessiva dell'etichetta. Lei, con l'aiuto di alcuni amici, ha deciso di riannodare i fili del discorso interrotto a Natale del 2005 e da lei ci siamo fatti raccontare i dettagli della felice rinascita.

All About Jazz Iniziamo, storicamente parlando, dall'inizio: quando hai incontrato Derek per la prima volta e dopo quanto tempo hai iniziato a lavorare per la Incus?

Karen Brookman Ho assistito a un concerto di Derek per la prima volta nel 1975 e negli anni successivi è capitato di ascoltarlo dal vivo almeno un altro paio di volte, ma allora non ci conoscevamo. Poi, nei primi anni Ottanta, un amico comune, il percussionista Will Evans, mi chiese se ero interessata a lavorare part-time per la Incus. Ho cominciato occupandomi di varie cose, compreso assistere Derek nell'organizzazione dei meeting annuali che si svolgevano a Londra con il nome di Company. Nel tempo è nata un'amicizia profonda, ci siamo accorti che c'era una grande intesa dal punto di vista lavorativo. Tutto questo è sfociato in una relazione e nel 1984 abbiamo iniziato a vivere insieme.

AAJ Cosa è successo dopo che Derek se n'è andato nel dicembre del 2005?

Karen Brookman Gli ultimi due anni della sua vita li abbiamo trascorsi a Barcellona. Decidemmo di trasferirci in Spagna nel settembre del 2003, tornando a Londra di tanto in tanto. Grazie all'amico Francesco Diaz, ci capitò di conoscere Jordi Quinquilla, che offrì a noi e alla Incus uno spazio sopra il suo negozio di dischi nel cuore della città. A quel punto avevamo deciso di trasferirci definitivamente a Barcellona, ma i primi problemi di salute di Derek ci costrinsero a fare più spesso la spola con l'Inghilterra. Dopo la sua morte nel 2005 la Incus non chiuse, ma piombò in una specie di coma indotto. Io sono rimasta a Barcellona fino alla primavera del 2007 e poi ho deciso di tornare a Londra.

AAJ E ricominciare ad occuparti della Incus?

Karen Brookman: L'intenzione di ricominciare c'è sempre stata, ma dopo il Natale del 2005 c'è voluto il tempo necessario per assestare la mia vita. Poi, nella primavera del 2009, ho capito che era arrivato il momento di ripartire con un nuovo sito internet e una nuova uscita discografica. Della maggior parte delle questioni inerenti alla gestione dell'etichetta me ne occupo personalmente, anche se devo essere grata a molte persone che mi hanno aiutata e mi aiutano in vari modi. Al sito abbiamo lavorato insieme io e Gavin Fyffe: credo che parte del successo dell'operazione di rilancio dipenda anche dall'ottimo lavoro che abbiamo fatto sul web. Grazie alle nuove tecnologie si sono aperte possibilità infinite per le piccole realtà come la Incus. In fondo, la rete offre autonomia e libertà a un prezzo ragionevole.

AAJ Lot 74 è il disco che ha sancito il ritorno ufficiale della Incus. C'è un motivo particolare per cui è stato scelto?

Karen Brookman: Semplicemente perchè ci sono affezionata e mi ricorda tanti bei momenti di quei primi anni Settanta. E poi, credo che fosse doverosa una ristampa in CD.

AAJ Parlando di quel periodo, c'è una strana storia che riguarda la prima session prodotta dalla Incus, con Parker, Bailey e Oxley, e il primo disco pubblicato, ovvero Topography of the Lungs, con Bennink al posto di Oxley. Ti va di raccontarcela?

Karen Brookman: Non so come e non so il perchè, ma dei nastri della prima session prodotta, che avrebbe dovuto essere anche il numero uno del catalogo Incus, non c'è più alcuna traccia. Tutto è andato perduto. Per quel che riguarda invece Topography of the Lungs, che poi finì per essere il numero uno del catalogo, c'era un accordo tra Derek e Evan che il disco non sarebbe stato ristampato in CD fino a quando Derek sarebbe stato il direttore artistico della Incus. Sapevo che Evan aveva intenzione di pubblicarlo prima o poi, ma al momento di farlo nessuno alla Psi ha pensato di chiamarmi per chiedermi cosa ne pensassi della faccenda. Per come la vedo io, la fretta di portare a termine il progetto di ristampa in CD, a così poco tempo dalla morte di Derek, è stata sconveniente. Sono rimasta allo stesso tempo perplessa e sbigottita.

AAJ Ti va di raccontarci qualcosa del rapporto tra Derek e Evan e del perchè le loro strade a un certo punto si divisero alquanto burrascosamente?

Karen Brookman: Immaginavo che me l'avresti chiesto. La gente è sempre molto curiosa e allo stesso tempo affascinata dalla rottura dei rapporti tra i due, come se cercasse un evento particolare che causò la separazione. È vero che l'uscita di Evan dalla Incus, a metà degli anni Ottanta, fu piuttosto burrascosa. Ma la loro collaborazione era stata molto fruttuosa dal punto di vista artistico e a quel punto l'intesa si era esaurita. Insomma, capita che due persone implicate in un'intesa collaborazione arrivino prima o poi a un punto di non ritorno. E quando questo accade, non c'è altra soluzione se non quella di imboccare strade diverse.

AAJ Sempre a proposito di passato, quanto materiale giace negli archivi della Incus?

Karen Brookman: Ci sono talmente tanti nastri e video negli archivi Incus che non so dirti se e quando troveremo il tempo di pubblicarli. La linea editoriale, in questo momento, prevede di alternare pubblicazioni di materiale d'archivio, che per la maggior parte vedono impegnato Derek, e produzioni originali. Ho anche intenzione di ristampare in CD alcuni vecchi LP. Ovviamente dipenderà dalle disponibilità economiche.

AAJ Visitando il nuovo sito, ho notato e apprezzato gli scatti che ritraggono le chitarre di Derek, i suoi plettri, i ponti, gli amplificatori, gli scritti e i manifesti dei suoi concerti, il suo studio e altri oggetti personali. Era tua intenzione creare una sorta di museo virtuale?

Karen Brookman: Credo che l'idea fosse quella. Sai, avendo alle spalle una formazione prettamente grafico-visuale, è stato divertente allestire quella parte del sito. È comunque un progetto in divenire, al quale presto potrei aggiungere altre fotografie o materiale scritto. Si tratta di un qualcosa di vivo e stimolante.

AAJ Ho visto che vi siete anche premurati di rendere disponibile il maggior numero di dischi che Derek ha pubblicato con altre etichette, DVD, LP, libri e quant'altro.

Karen Brookman: Visto che la discografia di Derek è parecchio corposa, abbiamo cercato di offrire al pubblico una guida esaustiva a quanto pubblicato in giro per il mondo.

AAJ Prossime uscite, progetti?

Karen Brookman: È appena uscito un box con due DVD e un CD intitolato The Barcelona Chronicles: i due DVD documentano alcuni concerti tenuti in Spagna dopo il 2003, mentre il CD, che è disponibile anche senza i due DVD, racconta dell'incontro con il pianista catalano Agusti Fernandez. Più avanti uscirà invece un disco del chitarrista Duck Baker con Derek, John Zorn, Roswell Rudd, Cyro Baptista e Eugene Chadbourne. Infine, un DVD con il danzatore Min Tanaka, il trombettista Toshinori Kondo e il batterista Toshiyuki Tsuchitori, registrato al Dance Hakushu festival del 2006, in Giappone. Poi ci sono i concerti e i festival, alcuni qui a Londra, mentre a ottobre si terranno due giorni dedicati alla Incus a New York, con Zorn, Susie Ibarra, Milford Graves, Fred Frith, Min Xiao Fen e Richard Teitelbaum.

Foto : Roberto Masotti (Derek Bailey) Claudio Casanova (Tony Oxley, Evan Parker)


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