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Ben Allison - Michael Blake - Rudy Royston: Union Square

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Tre dei più attivi, richiesti e interessanti musicisti della scena newyorchese, ossia Ben Allison, Michael Blake e Rudy Royston si ritrovano per la prima volta insieme come trio e decidono di incidere, per l'italianissima Abeat di Mario Caccia, Union Square. Che è gran disco, intimo, avvolgente, compatto nonostante la varietà di situazioni presentate, di atmosfere evocate, di scansioni ritmiche impiegate. L'estrema confidenza tra i protagonisti, la capacità di cogliere suggerimenti in tempo reale, trasformarli e rimandarli verso nuove direzioni è palpabile in ogni momento dell'esecuzione.

Riferimenti alla tradizione del sax trio si possono percepire nel modo di porre le frasi, nascosti dietro particolari sonorità, o nei meandri delle strutture compositive ma metabolizzati in un linguaggio contemporaneo che tiene conto delle storie e delle voci personali dei musicisti. Non stupisce quindi che l'unico non originale presente, l'ellingtoniana "Wig Wise," pur mantenendo inalterata la struttura principale, si trasformi in brano assolutamente organico al disegno generale del trio, con una fisionomia e un atmosfera che coniugano splendidamente tradizione e modernità. Tutto questo ci ha molto incuriosito e ci ha fornito l'occasione per scambiare qualche parola con i tre musicisti a partire dalla scelta di incidere per Abeat.

"Mario Caccia è un grande personaggio" dice Ben Allison "impegnato com'è nel documentare le nuove tendenze musicali e nel farle giungere al pubblico. Ci siamo incontrati per la prima volta a Laigueglia qualche estate fa durante un esibizione con Hamid Drake e Michael Blake. Dopo il concerto ci fu un piacevole scambio di idee a da lì nacque questa collaborazione. Siamo molto contenti di aver realizzato questo album per la sua etichetta".

"È stata veramente un'esperienza gratificante incidere per Abeat " continua Rudy Royston "ci hanno concesso tutta la libertà possibile nell'esprimere le nostre idee e le nostre sensazioni".

Anche il titolo dell'album sembra evocare immagini che vanno al di là del luogo fisico... "È stata un'idea di Ben - dice Michael Blake - Penso sia un grande titolo perché credo che la musica abbia un atmosfera assolutamente newyorchese ". "Union Square" conferma Ben "è un parco pubblico nel Greenwich Village di New York City, che è la zona nella quale abito. Negli ultimi quindici anni è diventato un importante luogo di aggregazione di artisti, di movimenti, di attivisti, di rivendicazione sociale. Ed è ricco di storia, basti ricordare l'esplosione della folk music negli anni sessanta, la scena beatnik, la presenza di importanti jazz club, la rivolta di Stone Wall che diede origine ai movimenti per i diritti dei gay. Ci è sembrato significativo come titolo per il nostro album".

Aggiunge Royston: "Union Square ha per me un duplice significato. Da una parte è un luogo particolarmente indicativo dello spirito di New York. Vi sono una vivacità ed una calma che si ritrovano nella musica del CD. Dall'altra c'è il concetto di unione evocato dal nome, un confluire di individualità in una unità coesa. Come la nostra band formata da tre musicisti con una diversa storia musicale che riescono ad ottenere un particolare suono di gruppo".

L'ascolto dell'album sembra rivelare due possibili influenze, da una parte Sonny Rollins per l'eloquenza e la fluidità narrativa, dall'altra un'estetica legata al cool jazz per la cura, l'eleganza del suono e la pulizia d'esecuzione. "L'approccio a questo disco " interviene Allison "è stato come ritrovarsi nel salotto di amici a suonare e parlare. Non ci siamo soffermati molto ad analizzare in quali particolari stili suonare la nostra musica. Ognuno di noi ha portato delle composizioni e semplicemente abbiamo iniziato a registrare. Il tutto si è sviluppato in modo molto organico e naturale proprio come una conversazione informale tra amici".

"Io e Ben" continua Michael "abbiamo sempre amato Freedom Suite di Sonny Rollins e ogni tanto la suoniamo ancora. Si possono fare molti esempi di sax trio senza strumento armonico ma non abbiamo cercato di emulare nessuno di questi. Ognuno ha portato le proprie composizioni, tra l'altro tutte piuttosto differenti una dall'altra. Il mio brano preferito è la ballad di Rudy intitolata "Compassion".

"Non so dire se avevamo in mente un particolare riferimento quando siamo entrati in sala di registrazione" aggiunge Rudy. "Certamente i pionieri del jazz hanno avuto grande influenza, li abbiamo studiati per anni! Abbiamo semplicemente messo insieme l'intera panoplia del nostro background musicale per arrivare al sound di Union Square: jazz, rock, country, R&B, etc. Con Ben e Michael condividiamo molte idee ed un ampio background musicale che si sono miscelati in maniera ottimale fin dall'inizio. E posso dire che amiamo il suono tanto quanto la musica".

Un'altra caratteristica dell'album è la forte connotazione melodica dei brani che sembra affiorare spontaneamente durante le esecuzioni. "Non ci eravamo prefissati di essere melodici" sottolinea Royston. "Almeno credo. Ma - anche in questo caso - è stato il risultato di ciò che ciascuno di noi ha portato nella musica. Alcuni brani, è vero, richiedevamo un approccio melodico che è però emerso senza forzature dalle nostre interpretazioni. Ben e Michael sono strumentisti eccellenti e versatili e adoro come utilizzano la loro abilità tecnica per rendere più semplici e cantabili le loro idee. Trame, colori, approccio creativo alle frasi, tutto ciò si percepisce nella musica di Union Square".

"Posso dire qualcosa sulle influenze e sulle idee alla base dei miei brani" interviene Blake. "Freedom from Exile" e "Flappers" sono frammenti con spazi illimitati per l'improvvisazione. "Strays" ha una scrittura piuttosto corposa con diversi cambi di atmosfera. "Big Smile" è stata scritta per mia figlia Iris ed è molto più di una folk song nella vena di Abdullah Ibrahim (Dollar Brand)". Allison prosegue "Per la maggior parte le composizioni sono molto semplici. In realtà quasi dei frammenti. Penso che non abbiamo fatto altro che sfruttare le composizioni come un valido trampolino di lancio per le improvvisazioni. Ognuno di noi ha il proprio stile e il proprio modo di comporre ed è stata una piacevole sorpresa sentire come alla fine siano confluiti organicamente in un album completo".

Avendo suonato insieme in più contesti e in diverse situazioni chiediamo in cosa si differenzia questo trio dalle altre formazioni. "È vero che abbiamo collaborato in molte altre formazioni" conferma Allison. "Con Michael sono più di vent'anni e Rudy è nel mio gruppo dal 2009. Ma questo è il nostro primo disco registrato insieme e mi sembra diverso da tutti gli altri".

"Riferendosi a formazioni similari nelle quali abbiamo militato" continua Blake "posso dire che il Kush Trio è un gruppo di Ben e noi suonavamo i suoi brani e lavoravamo per sviluppare i suoi concetti musicali. Mentre il trio di Right Before Your Ears è stato il mio tentativo di utilizzare lo stesso trio rivoltandolo completamente. Avendo lavorato così tanto insieme è logico che si sia raggiunto un livello di comunicazione così elevato. In Right Before Your Ears ho voluto dimostrare come la nostra collaborazione potesse saltare fuori in modo prepotente in studio di registrazione. Tuttavia penso che Rudy abbia portato qualcosa di speciale in questo trio che è assolutamente diverso dagli altri. E ciò ha molto a che fare con la particolare atmosfera che si è venuta a creare".

"Questo è un trio assai versatile" aggiunge Royston "in grado di utilizzare tutte le proprie conoscenze a seconda delle necessità richiesta dalla musica. Essendo una piccola formazione lascia molto spazio all'interplay e alla valorizzazione della componente melodica. Altri progetti possiedono le stesse caratteristiche ma in questo contesto abbiamo più libertà di esplorare, conversare, condividere e creare".

Concludiamo la chiacchierata chiedendo i possibili sviluppi di questa formazione. "Spero vivamente che ci sia un seguito. Abbiamo ancora così tante cose da dire" afferma Rudy Royston. "È difficile sapere cosa ci riserverà il futuro" è Ben Allison a parlare. "Per il momento ci divertiremo a suonare insieme tutte le volte che sarà possibile". "Godiamoci intanto questo disco!" è il saluto di Michael Blake.

Foto di Roberto Cifarelli (Blake, Royston) e Claudio Casanova (Allison).


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